Dorsale lariana da Nesso

Lasciata l'auto a Nesso (15 km prima di Bellagio sul ramo di Como del Lario) parto subito in salita asfaltata verso la Colma di Sormano. 14 Km di salita che non molla mai con pendenze in certi punti anche significative. Fortunatamente, almeno nella prima metà, la strada offre ottime viste sul lago che, mano a mano che si sale, diventano sempre più belle quindi la fatica si fa sentire un po' meno. Arrivo alla Colma di Sormano dopo 1 ora e 40 minuti di pedalata abbastanza stanco e inconsapevole che il "difficile" deve ancora arrivare.

Dopo aver rifiatato un po', mi butto sul sentiero della dorsale lariana che parte subito dopo il ristorante della Colma. Il sentiero parte in piano e poi in leggera salita con ottime viste sui monti e gli alpeggi circostanti. La pendenza diventa sempre maggiore e il fondo sempre più rovinato fino all'inizio della vera e propria scalata all'alpe di Terra Biotta che si trova subito sotto il monte San Primo a circa 1500 mt di altezza.

La salita è una vera e propria scalata, lunga, interminabile su fondo sassoso, scassato e con pendenze allucinanti. La faccio tutta in bici con qualche sosta per rifiatare. Arrivato in cima, la vista sul lago di Como è veramente spettacolare. E' una sorpresa perché fino a lì il lago non si è visto. Prima della vetta si vede solo il prato in alto e il cielo azzurro. Arrivato al prato, percorro qualche metro in salita fino allo scollinamento e resto basito da ciò che mi si apre davanti. Il lago si trova 1300 metri sotto, sembra di stare in aereo. Si vede Bellagio e tutta la parte oltre l'unione dei 2 rami. Una vista veramente pazzesca che le foto non riescono a rendere reale.
L'alpe di Terra Biotta è costituita da un grande prato. Metto la bici a terra e mi siedo con di fronte una delle più belle viste sul lago che, a memoria, possa ricordare. Quel posto è veramente eccezionale. Ad arrivarci ho fatto veramente tanta fatica (1300 metri di dislivello tutti in un colpo solo e 2 ore e mezza di pedalata in salita con punti veramente faticosi al limite della pedalabilità) ma giunto in vetta, mi dimentico tutto e me la godo veramente. Faccio tutto con molta calma per ritardare la ripartenza. Cambio la maglia sudata e infilo le protezioni alle ginocchia perché la successiva discesa verso Bellagio, da quanto ho letto, è veramente tosta. Si parla di 1200 metri di dislivello con discesa continua per 10 Km.

La discesa parte dalla parte opposta del prato rispetto a quella di arrivo. Si fa inizialmente un lungo traverso su sentiero stretto con vista sul lago. Bellissimo! Ho rischiato di cadere un paio di volte perché la vista è talmente bella che mi dimenticavo di guardare il sentiero che stavo percorrendo. Terminato il traverso inizia una serie di "ripidoni" su sassi smossi. Lì i freni servono a poco perché le ruote si bloccano subito e la bici non si ferma. Bisogna guidare come sullo snowboard. La discesa si fa poi un po' meno ripida e con sassi meno smossi fino ad entrare in un bosco caratterizzato da passaggi trialistici in discesa su radici sporgenti e pietre. Tranne un paio di passaggi veramente impossibili, l'ho percorso tutto in bici con qualche rischio di caduta ma è andato tutto bene (il solito paio di jolly giocati). Uscito dal bosco, per un pezzo, il sentiero passa a fianco della pista di downhill del monte San Primo. Senza nemmeno pensarci, lascio il sentiero e mi butto sulla pista. Addirittura raggiungo 2 bici da downhill davanti a me e li seguo copiandone le traiettorie fino alla fine. Divertentissimo!! Arrivato in fondo, in zona partenza dell'impianto di risalita, c'è un grande parcheggio e centinaia di bici da downhill in coda per salire. Un casino abominevole! L'idea di farmi un giro con l'impianto di risalita e poi la discesa mi abbandona subito e riprendo la mia strada verso Bellagio. Dopo un breve pezzo di asfalto, la traccia mi conduce dentro un altro bosco con molte radici, parecchi passaggi complicati e molti tornanti stretti che, per la maggior parte, riesco a superare in bici fino ad arrivare, con mani e braccia intorpidite, all'ultimo tratto della discesa che è anche il più incredibile che abbia mai visto. Si tratta di una interminabile scala formata la lastre di pietra verticali nel bosco lunga più di 1 km. La scala è per alcuni tratti dritta, per altri in curva fino a comporre veri e propri tornanti. Pezzo divertentissimo ma si arriva in fondo senza più sentire braccia e mani. Ho dovuto fermarmi un paio di volte sulla scala perché non ce la facevo più.

Giunto a Bellagio, panino e birra in centro e poi gli ultimi sofferti 15 km di saliscendi per tornare a Nesso a riprendere l'auto.

Giro straordinario, estremamente faticoso sia in salita che in discesa, ma è da provare, ne vale veramente la pena.

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Come arrivare al punto di partenza

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Inserito da
nsfzcbr
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Tipologia
Itinerario da A ad A
Inserito il
20.10.2014
Località
nesso (LC)
Regione
Lombardia
Tempo Percorrenza
6
Distanza
45
Dislivello
1600
Difficoltà tecnica
medio/difficle
Condizione fisica
medio/duro
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