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VALLE DELL'ORFENTO |
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Il fiume Orfento, che conferisce il nome allo splendido vallone che dalle vette principali del massiccio della Majella scende fino all'abitato di Caramanico Terme, ha eroso nel corso di milioni di anni una delle valli più spettacolari ed importanti dell’Appennino dal punto di vista naturalistico. Gli strati rocciosi più resistenti hanno dato origine a imponenti bastioni e i banchi più compatti formano talvolta lungo le pareti delle grandi tettoie. I più estesi ed accessibili di questi ripari naturali costituirono il primo rifugio degli eremiti che, chiudendoli sul lato a valle, ricavavano facilmente celle, luoghi di culto, ecc. A partire dal 1980 all'interno della Valle dell'Orfento furono reintrodotti cervi e caprioli che, successivamente, hanno ricolonizzato tutto il territorio della Majella. Le notevoli escursioni altimetriche e la diversità delle esposizioni determinano una forte variabilità nelle condizioni climatiche ed in quelle vegetazionali. A pochi passi dell’imbocco della Valle dell’Orfento inizia il nostro itinerario con la via di salita che si snoda lungo la comoda strada per l’abitato di De Contra. Ascesa che nella parte iniziale si svolge nella pace delle campagne con il massiccio del Morrone a far da protagonista. Alle porte di De Contra da sx parte un’agevole carrareccia che sale per i prati di Pratedonica mentre più in alto si insinua tra boschi di faggio per uscire su Pianagrande. Si supera il bivio per Grotta San Giovanni e si giunge ad un crocevia dove a sx si prosegue per Fonte Tettoni mentre diritti si sale al Rifugio Di Marco. Svoltiamo a dx per un sentiero che sale deciso tra i prati ed entra nel bosco. In corrispondenza di un affaccio su spettacolare balzo di roccia a strapiombo sulla Valle dell’Orfento la traccia traversa entrando nella Rava d’Avellana. Il sentiero scende serpeggiando nella vegetazione rigogliosa fin poco sopra il Ponte di Pietra ove prendiamo a dx in direzione dell’antichissimo Eremo di S.Onofrio. Situato sulla sponda destra dell’Orfento sotto alla grotta di S. Giovanni, l’eremo è addossato ad una parete rocciosa esposta a sud. La struttura è quasi interamente crollata. E’ ancora visibile una parte del muro laterale della chiesa, l’ingresso con il solo stipite di destra e un piccolo campanile a vela. Il tetto, costruito con travi lignee, era appoggiato alla parete grazie ad una piccola cornice. Residui di intonaco dipinto sono visibili sia sulla parete frontale sia sulle pareti laterali. Le origini dell’eremo non sono note. In passato, coloro che morivano in montagna - boscaioli, carbonai, pastori, contadini - venivano sepolti a volte nella chiesa dell’eremo. Dopo il viaggio indietro nel tempo ci tuffiamo nel vivo del Fosso dell’Orfento, in un single track entusiasmante, mai esasperato, ricco di saliscendi, in una continua scoperta di un posto unico. Il ritorno al ponte di Caramanico si snoda nella parte bassa della valle, quella più spettacolare ed interessante sia dal lato naturalistico sia per la qualità del sentiero che sul finale, previo “portage” permette di risalire al punto di partenza e chiudere il nostro viaggio nella “Terra di Mezzo”.
CINGHIALE 09/11/2013 Caramanico Terme (PE)
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Commenti
rpapero
13.11.2013 10:31