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Majella monte Tarì |
Da Lama dei Peligni si scende per la SS 84 in direzione di Fara e, appena usciti dal paese, si prende la traversa sulla sx per il cimitero, lo si aggira e si percorre la carrozzabile (percorso mtb) lungo la pineta; quando si inizia a scendere, dopo un paio di km in salita, sotto un tornantino, si trova il cartello di legno con freccia che indica il monte Tarì.
Si sale per la carrozzabile che di lì a poco diviene sentiero e si deve affardellare la bici (in verticale) allo zaino per prepararci al portage: il sentiero purtroppo è avarissimo di segnavia e, poiché pochissimo frequentato, molto intricato per la folta vegetazione. Più in alto la situazione peggiora, molte le slavine che hanno fatto crollare gli alberi chiudendo il sentiero: per evitare i canali ostruiti ho dovuto aggirarli su canali di roccia e sfascuime dove ci si deve impegnare in arrampicata di I e II grado (con la bici in portage allo zaino) e su pendii erbosi dove è proibito scivolare!!!
Raggiunta la cresta del mote Tarì (io l'ho tagliata a quota 1730 mslm circa , invece che a 1467 vetta del monte Tarì,) gli immani sforzi per uscire dal bosco vengono ripagati dal panorama dell'affaccio sulla valle di Santo Spirito e Macchia Lunga, con la cresta che serpeggia fino a Cima dell'Altare e al monte Amaro, con le lunari rocce che contrastano con i verdi boschi!!!!
A quota 2000 mslm la decisione è presa: le forze in riserva e la rabbia per un sentiero dimenticato di così scenografica bellezza, mi costringono alla discesa verso il rifugio di Fonte del Tarì; tracce di sentiero in traverso per il colle Incotto (qualche omino e palina di legno gialla) ci riporteranno indietro di centinaia di anni, facendoci assaporare la solitudine dei pastori che a quota 1800 mslm misero i loro stazzi, in valli ancora oggi incontaminate e remote: siamo ai Fontanili, al centro dell'omonima valle.
Scendendo verso quota 1600 mslm si incontra un altro straordinario affaccio: quello sulla Valle Taranta, proprio sopra la grotta del Cavallone; di lì al rifugio Fonte del Tarì sono altri 100 m di discesa.
Da quota 1600 a Lama il sentiero diviene degno di protezioni e casco, e si inizia a godere delle fatiche della mattina nel bosco....sentiero prima molto flow e rilassante, tratti veloce; poi più interessante con tornantini tecnici e tratti di pietrisco...molto divertente!!
L'intenzione di raggiungere il monte Amaro per la cresta del Tarì rimane...., comunque, anche se ho mancato l'obbiettivo, ho potuto godere di luoghi quasi dimenticati di rara bellezza e pieni di quella cultura agro-pastorale da cui tutti sappiamo provenire!!!
1400 m di dislivello
50 m di I e II grado
7/8 ore
20 km
altre foto qui
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