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PIZZO CEFALONE (2533m) |
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Trattasi di un’escursione all mountain prettamente ciclo alpinistica, non adatta di certo a tutti, non solo per via dei circa 1000m di portage da sopportare ma soprattutto per via di diversi pericolosi passaggi su cresta. Il Pizzo Cefalone è la cima più alta della dorsale occidentale del Gran Sasso d’Italia. Partiamo dal piazzale dell’osservatorio di Campo Imperatore e percorriamo il comodo sentiero che arriva al Passo del Lupo. Un primo tratto di portage si inerpica dapprima al Passo della Portella che mette in comunicazione i sentieri che salgono dalla Valle del Raiale verso Campo Pericoli e da lì a Pietracamela. Il Pizzo Cefalone è una montagna ricca di storia; vi si trovano infatti le due “grotticelle”, dimora di san Franco eremita, in una delle quali morì. La parete della montagna è fatta di grossi “scogli” o “bastioni” di roccia che accompagnano fino alla vetta. Seguendo la segnaletica si giunge al bivio sulla “finestra” del Cefalone. Mantenendosi sul sentiero di dx ci arrampica con passaggi di primo grado a quota 2533m ovvero sulla cima dove la vista abbraccia a 360° le altre cime del Gran Sasso, i Monti della Laga, il Sirente, il Terminillo e l’intera conca aquilana. La parte più difficile dell’itinerario è sicuramente la percorrenza della cresta che porta alla Sella del Cefalone. Qui i passaggi sono di secondo grado su roccia friabile pertanto, considerando l’ingombro della bici, il transito diviene ben più ostico del normale. Giunti alla Sella del Cefalone si risale in bici e su sentiero ben marcato si raggiunge la Sella dei Grilli permettendo uno spettacolare transito sospesi tra Campo Pericoli e la Valle del Venacquaro. La discesa continua in sublime single track sulla traccia n. 101. Da fondovalle incomincia la seconda e più lunga porzione di portage che, dalla Fonte del Vencquaro, abbandona il 101 e, sfruttando un piccolo sentierino, risale alla Sella del Monte Corvo. Si resta letteralmente senza fiato di fronte cotanto splendore mentre la Valle del Chiarino si apre dinanzi. Un primo tratto tecnico con possibilità di varianti conduce allo Stazzo di Solagne, dopodiché una lunga e velocissima sterrata scivola giù fino alla Masseria Vaccareccia, taglia l’intero Fosso del Chiarino per terminare al Lago di Provvidenza. Insomma, un’ escursione che lascia un segno indelebile però, se affrontata senza la dovuta preparazione, di segni indelebili ne può lasciare molti ma di tutt’altro tipo. Buona fortuna!
CINGHIALE 03/07/2013 Campo Imperatore (AQ)
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rpapero
05.07.2013 22:29