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561 Giro del bacino del Vajont, la ciclabile Karol Wojtila e casera MELA . |
Referente LUIGI - (
ruotalpina@alice.it ) - Ultima ricognizione: 18/10/2015
SCHEDA TECNICA
Verso Antiorario - Lunghezza = 26 Km - Dislivello Sal/Disc = +610 m
Quote min/Max = 740 / 1220 - Tempo Standard ore 2:30 min
Velocità media = 10,4 Km/ora - Ciclabilità su tempo 99% (a piedi 1 min)
Difficoltà Tecnica = 3/7 Medio/Facile - GD= 37 MEDIO
NOTA 1: Scrivendo Vajont mi viene spontaneo ricordare la tragedia di oltre 52 anni or sono; per i giovani che non conoscono la storia della diga e della frana del monte Toc e della immane onda che ha travolto Longarone, si consiglia una ricerca sul web perché è giusto che quelle vicende non siano mai dimenticate e restino un monito per le future generazioni. Per parte mia, mi lega un particolare ricordo perché nell'agosto 1963 ero salito in bici da Longarone proprio per ammirare il lago e l'immensa diga, ardita opera dell'ingegno umano; stupito ed ignaro di quanto stava per accadere.
NOTA 2: alcune gallerie buie e umide consigliano prudenza e se possibile, un buon faretto.
DESCRIZIONE:
Dal parcheggio si torna per la strada di provenienza (attenti a non salire a dx per Casso) verso Longarone. Dal wp A, lasciata la SR, si comincia a salire per una stradina asfaltata e non si può non ricordare che dove ora c'è un colle di terra e sassi, che sovrasta la diga di una 80 ina di m, 53 anni or sono c'era un grande lago (vedi NOTA 1). Si scollina a q. 820 quindi correndo alla base del monte Toc, si entra in un bosco selvaggio che di tanto in tanto lascia spazio ad amene radure con minuscoli borghi: Pineda, Liron, Prada, Marzana. Come detto in NOTA 2, attenti alle gallerie e non mancate di ammirare la suggestiva gola attraversata dal ponte sul Torrente Messaccio (tra Pineda e Liron). Con andamento altalenante ma senza grosse asperità si arriva ad un primo ponte su T. Vajont e poi ad un secondo sul T Tuora, all'estremo est del bacino. Con breve risalita si riprende la SR in dir. di Erto. Poco prima del paese (wp G 800) si scende a sx prendendo una ciclabile (attenzione, discesa molto ripida) intitolata al papa Karol Wojtila che si snoda sotto al paese di Erto con una affascinante ed inedita visuale sulla valle e sulla zona bassa di Erto.
Qualche breve gradinata costringe a spingere la bici ma è l'occasione per ammirare la parte vecchia del paese negli angoli più remoti. In H 780, alla periferia ovest di Erto, si ritrova la SR su cui si inizia tenendo a dx. Subito però la si lascia per una secondaria che attraversa Erto vecchio che resta in mezzo tra la SR (più in alto) e la ciclabile del papa, più in basso. E' l'occasione per una visita più accurata al paese antico. In J ci troviamo nuovamente ad est di Erto, a circa 100 m da dove si era imboccata la ciclabile; ma ora si sale decisi, seguendo ind. x Rif. Casera Mela. A q. 1020 termina l'asfalto e la buona carrareccia si addentra nella val Zemola. Si prosegue agevolmente (nell'ultimo Km ancora asfalto) con un finale a stretti tornantini da cui è ben visibile la meta di C.ra Mela. Al Rif. (q. 1220) si potrà pranzare con piatti tipici ed asciugarci al caminetto acceso. Verso nord lo spettacolo del gruppo del Duranno (q. 2668) che chiude la val Zemola.
Rifocillati si torna per la stessa strada fino ad Erto alta dove, a q. 830, si devia per il centro nuovo (da N 820 si può fare una breve digressione per una visita a questa zona). Da N si prosegue, in dir. ovest, con rapida discesa fino all'incrocio con la solita S.R. Restano pochi Km di strada principale con breve risalita per tornare al parcheggio nei pressi del distributore da cui siamo partiti.
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Come arrivare al punto di partenza
Provenendo dalla A27 (Mestre- TV), poco prima di Longarone si svolta a dx scendendo verso il Piave; poi si seguono ind. x Vajont - Erto. Dopo alcuni Km di salita ed una serie di gallerie si arriva nei pressi della diga. Si prosegue ancora per circa 1 Km e si trova ampio parcheggio sulla sx nei pressi di un distributore carburanti con bar e servizi.
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Commenti
toparmi
12.08.2017 22:58
Il percorso è per la gran parte su asfalto ma permette di visitare luoghi dal punta di vista paesaggistico splendidi e a loro modo selvaggi.
La memoria riporta comunque continuamente ad una immane tragedia risalente a quando io avevo 5 anni; il godimento del percorso è giustamente sempre interrotto dal ricordo.
Bellissimi i panorami, non meno il passaggio attraverso Erto vecchia; l'ascesa a casera Mela ha sempre il suo fascino (l'avevo già percorsa in occasione dell'escursione in mtb al rifugio Maniago). Casera Mela é una chicca e il frico il suo giusto coronamento.
P.S. Sono partito dall'Osteria del Vajont, vicino alla palestra di roccia, dove ho incrociato l'immancabile Mauro Corona in tenuta da roccia ma con la sua tipica bandana.